IL CAMPIELLO

Compagnia Soggetti Smarriti-TV

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  • Sabato 08/02
  • dalle 21:15 alle 22:45
  • Da € 8.00 a € 10.00
  • Cinema Teatro S.Teresa

Sabato 8 febbraio ore 21.15
COMPAGNIA SOGGETTI SMARRITI (tv)
IL CAMPIELLO
adattamento in due atti e regia di Mariarosa Maniscalco

Il Campiello, come ben spiega Strehler, parla di un rapporto sociale ed etnico consolidato da una parte e stranieri (nobili o semi nobili “foresti”) dall’altra , dove vinceranno i popolani respingendo l’intruso o meglio, gli intrusi , che
possono vivere con loro solo per poco, il campiello è del popolo, appartiene alle loro famiglie senza padri, famiglie matriarcali dove le giovani non possono stare in strada , devono stare ai loro balconi.
La strada è permessa per il gioco o per qualche colloquio intimo e solo se accompagnate. La strada è dei maschi e delle madri. Significativo lo scambio del fiore tra Gnese e Lucietta, che dovranno ricorrere, per lo scambio del dono , costato tanta fatica e lavoro a Gnese, ad un maschio . Sono le regole del tempo e del campiello e non vi è possibilità di cambiamento, la rottura di tali regole farà infatti nascere la prima baruffa tra due famiglie e nasceranno gelosie .
Il cavaliere, amabile ed intelligente di origini napoletane, mezzo nobile, figlio per parte di madre di una popolana, viaggiatore passionale e curioso, ama Venezia ed il campiello, vuole farsi accettare con la sua generosità, con i suoi doni, dice infatti: “nol cambierei con un palazzo augusto , ci ho con gente simil tutto il mio gusto” regala per bontà d’animo un sorriso a questa povera gente con l’unico pasto vero, forse l’unico dell’anno diventando quasi un “compare” , facendo entrare un po’ di carnevale che in questa indigenza non entra mai.
Il cavaliere è tra questa gente con discrezione mai con superbia. Alla fine quasi accettato dalla comunità, un cavaliere sì, ma senza parrucca e che alla fine dovrà andar via e con chi? se non con Gasparina, mezza nobile anch’essa, figlia di una straccivendola e di un nobile, che vuole andare da sempre via dal campiello, che ripudia la condizione plebea nel suo parlare ridicolo ma che forse nel finale , nel suo addio, un po’ rimpiange ora che finalmente lo vede distante. Gasparina orfana lascerà lo zio tutore, nobile ma rovinato dal gioco ed arricchito solo con un colpo di fortuna, che disprezza i popolani di cui non comprende il dialetto , continuamente infastidito da loro e che legge e legge e studia ma soltanto per scoprire un modo per vincere ancora al gioco e forse le sue letture sono il libro dei sogni.

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